Ci risiamo… ansia, pandemia e lockdown! Come fronteggiare lo stato di stress prolungato da Covid?

Non ci si sentiva già abbastanza stressati prima… ora il periodo è ricco di paura, incertezza e preoccupazioni, legate non solo alla vita di tutti i giorni , ma anche ad una situazione globale, che determina in tutti noi uno stato di perpetua ansia.

Non siete strani se vi riconoscete in queste emozioni o questi vissuti, stiamo parlando di una situazione di stress prolungato da Covid.

Se ne stanno occupando anche i leader mondiali della salute, siamo al cospetto di un momento che ci mette a dura prova, che alcuni di noi sentono in maniera sovrastante e ingestibile, stiamo parlando della “stanchezza pandemica” (pandemic fatigue), ovvero un senso di sopraffazione e demotivazione nel seguire i comportamenti raccomandati per proreggere se stessi e gli altri dal nemico invisibile che sta stravolgendo il nostro modo di vivere. E alla domanda, se mai un giorno tornerà tutto come prima, i sentimenti che ci schiacciano e ci destabilizzano arrivano in maniera preponderante.

Non possiamo permetterci proprio ora di farci abbattere da questa stanchezza e dobbiamo, nonostante tutto, mantenere alta la guardia in questa sfida che continua e inizia a farci vacillare.

I leader mondiali della salute pubblica provenienti da oltre 30 paesi e organizzazioni nella WHO European Region (OMS Regione Europea) si sono riuniti, a distanza, lo scorso 5 Ottobre per capire come gestire questo nuovo fenomeno della fatica pandemica e come poterla affrontare insieme.

Alla base di questo fenomeno psicologico troviamo la paura, che normalmente è una motivazione per un comportamento protettivo, ma tende a svanire quando le persone si abituano a questo stato di allarme e si adattano allo stimolo minaccioso oltre a perpetuare per molto tempo gli stessi comportamenti (e questo avviene anche nella quotidianità di ognuno di noi).

Questa condizione, la stanchezza pandemica, vieni definita dall’OMS come “reazione naturale  e attesa alle avversità prolungate, sostenute e irrisolte nella vita delle persone”.

Come capisco se anche io sto vivendo la fatica pandemica?

Questi sono alcuni dei sintomi elencati:

  • ci si sente sempre demotivati ad impegnarsi i comportamenti protettivi per sé stessi o per gli altri;
  • ci si sente sempre demotivati a cercare la veridicità delle informazioni;
  • ci si sente portati ad esprimere comportamenti di compiacimento;
  • si tende ad alienarsi da tutto ciò che riguarda l’attualità esperendo sensazioni di intolleranza verso svariati fronti.

La stanchezza pandemica si sta dimostrando dinamica, evolve gradualmente nel tempo ed è influenzata dall’ambiente sociale, culturale e legislativo.

I rappresentanti dei paesi intervenuti si sono confrontati delle strategia adottate e da adottare a riguardo, diversi partecipanti hanno anche sottolineato l’importanza di iniziative legate alla salute mentale durante il perdurare di questa situazione.

Katrine Bach Habersaat, Team Lead (ad interim) dell’unità Behavioral and Cultural Insights Unit
presso WHO / Europe, ha introdotto 4 strategie per affrontare la stanchezza pandemica.

  1. Comprendere le persone: raccogliere e utilizzare prove per politiche, interventi e
    comunicazioni mirati, personalizzati ed efficaci.
  2. Coinvolgere le persone come parte della soluzione: trovare modi per coinvolgere in modo significativo gli individui e le comunità a tutti i livelli.
  3. Aiutare le persone a ridurre il rischio mentre si fanno le cose che le rendono felici: restrizioni di ampio respiro potrebbero non essere praticabili per tutti a lungo termine.
  4. Riconoscere e affrontare le difficoltà vissute dalle persone e il profondo impatto che la pandemia ha avuto sulle loro vite.

L’incontro è terminato concentrandosi sul termino norvegese “dugnad” che indica l’aiuto degli individui agli individui, un aiuto si si instaura a vicenda, che si coltiva insieme, una sorta di resilienza di gruppo. Possiamo uscirne migliori da tutto questo solo se ci crediamo veramente e se ritroviamo negli altri e in noi stessi una risorsa, capace di modificarci in meglio e di sopperire allo stato di incertezza mista a paura. Non sei tu a provarlo, non sono io, siamo Noi, un mondo intero, e come tale si abbatterà questo stato, basta solo continuare ad essere positivi e non farsi abbattere dal perpetuarsi di una situazione che sembra infinita ma che in realtà infinita non è.

 

 

Psicologa Dott.ssa Alice Papi

 

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